Retail Non Food: le nuove abitudini di consumo nel 2023
Quando si pensa al mondo Retail, spesso la prima associazione che viene in mente è quella con le grandi catene di abbigliamento o supermercati. In realtà, tutto ciò che non appartiene al settore dei prodotti alimentari è definito “Retail Non Food” e comprende articoli per lo sport, la casa, il fai da te, così come elettrodomestici, calzature e giocattoli.
Un mercato in continuo sviluppo che in Italia chiude il 2022 con vendite complessive pari a 48,7 miliardi di euro. Una crescita del 3,9% rispetto all’anno precedente che conferma una ripresa degli acquisti online e offline per varie categorie merceologiche.
Ma la recente indagine di GFK, azienda internazionale leader nelle ricerche di mercato, mostra quanto questo andamento sia diversificato in base ai comparti. Se da un lato il mondo telecom (+4%), home improvement (+5,6%) e arredamento (+9,5%) registrano performance positive, dall’altro l’elettronica di consumo e l’information technology stanno vivendo una calo inaspettato che tocca un -10% sul profitto.
Questa polarità è dovuta principalmente a un cambio graduale delle preferenze e dei comportamenti degli italiani. Quali sono le 5 nuove abitudini dei consumatori da non sottovalutare per il 2023?
Acquistare meno al prezzo più basso
L’inflazione sta drasticamente riducendo il potere di acquisto di molte famiglie. L’aumento dei listini fa si che il singolo consumer sia molto più attento a ciò che compra, selezionando lo stretto necessario. In prospettiva futura, questo porterà a una rinuncia agli acquisti per 4 italiani su 10 soprattutto in ambito abbigliamento, profumeria, telefonia e informatica. Questo implica che promozioni e offerte personalizzate saranno al centro delle scelte dei consumatori con l’intento di risparmiare laddove è possibile. I prezzi bassi diventeranno l’attrattiva principale per far entrare i clienti in negozio o a acquistare online. Occasioni come il Black Friday e Cyber Monday sono già oggi il momento migliore per assicurarsi i migliori prodotti a un price conveniente. Ciò è confermato anche dalla analisi “Evoluzione dei mercati non food 2022” di GFK secondo cui a Novembre 2022 si è arrivati a una spesa totale di 5,7 miliardi per il venerdì nero con un aumento del 3,7% in confronto al 2021.
Creare community per un equo scambio d’informazioni
In questa continua ricerca di sconti imperdibili il supporto tra consumatori è cruciale. Oltre a cercare sui siti ufficiali dei brand, l’utente si muove anche tra motori di ricerca, forum online, blog, social media e influencer per accaparrarsi i prodotti realmente testati e approvati da altri consumer. Questo genera un flusso di informazioni che procede parallelamente a ciò che un’azienda comunica all’esterno attraverso i suoi canali. In questi luoghi di comunità virtuale, s’incontrano opinioni favorevoli o contrarie su un determinato articolo o servizio che influenzano in un modo o nell’altro le decisioni di un potenziale lead. Basta pensare che secondo una ricerca di Capterra il 90% degli italiani legge le recensioni online quando vuole comprare da un eCommerce e altre 10 review prima di ultimare l’acquisto.
Instaurare un rapporto con il brand
Il digitale ha rivoluzionato il modo di interagire tra azienda e clienti cercando di assottigliare la distanza tra gli interlocutori. Per esempio inquadrando un semplice QR dal packaging di un prodotto, l’utente può iniziare una conversazione WhatsApp con l’assistenza clienti o ricevere un volantino digitale con le offerte della settimana. Ma ciò che la tecnologia non può sostituire è il contatto umano, elemento fondamentale per ampliare e mantenere la clientela.
La presenza di un team competente e disponibile in un negozio fisico influenza positivamente la percezione di affidabilità e credibilità di un brand. Infatti, l’Osservatorio Non Food di GS1 Italy rileva che il personale di vendita è molto importante per far conoscere al visitatore le caratteristiche di un prodotto o le promozioni attive. Ciò si rivela importante soprattutto per i clienti del comparto dell’ottica (46%), fai da te (34,6%) e profumeria (33%).
Credere e promuovere la sostenibilità
La digitalizzazione e la crescente attenzione ai temi ambientali incentivano la tendenza agli acquisti sostenibili. Le ultime ricerche di mercato, infatti, confermano che oltre il 30% dei consumatori sceglie prodotti eco-friendly perché promotore della sostenibilità. Ogni singola azione volta a ridurre l’uso della plastica o le emissioni di CO2 lungo l’intero processo produttivo facilitano l’identificazione di un cliente con i valori del brand. Nella suo report, Kantar, leader mondiale nell'insights, aggiunge che Il 53% delle persone cerca attivamente aziende e marche che offrano modi per compensare il loro impatto sull'ambiente e il 51% è pronto a investire tempo e denaro per sostenere le organizzazioni che cercano di fare del bene.
Più questa pratica di difesa del pianeta è concreta, più l’impegno nel creare un rapporto di fiducia viene percepito come vero e sincero. Questo innesca un avvicinamento tra l’azienda e il suo pubblico che diventa sempre più duraturo ogni volta che le aspettative vengono confermate.
Vivere una seamless experience
Negli ultimi due anni, gli acquisti online sono cresciuti del 20% arrivando a un valore di 48,1 miliardi di euro. Una dato importante che denota la direzione che i consumatori stanno tracciando: essere liberi di passare da online a offline in base alle proprie esigenze. Per garantire ciò, anche il Retail non food ha dovuto evolversi in ottica omnicanale con l’obiettivo di offrire una customer journey fluida e soddisfacente. Sistemi di pagamento multipli, click & collect spedizioni e resi a casa sono tutti esempi di un’integrazione ottimale tra il mondo fisico e quello digitale che migliora l’esperienza dalla fase di conoscenza di un brand al post vendita. Questa nuova sfida riguarda anche come i brand comunicano in un rapporto one-to-one con i clienti, dai tradizionali sms all’instant messagging. Prendere atto delle abitudini degli utenti, ma soprattutto del percorso che seguono per arrivare alla conversione diventa un’opportunità per identificare i punti di contatto senza interrompere il flow della conversazione. Per esempio, una persona interessata a un capo di abbigliamento può scoprire le offerte attive per quell’articolo, scrivere sul canale WhatsApp al brand per conoscerne la disponibilità in store, effettuare l’ordine dal sito aggiungendo altri articoli correlati grazie ai suggerimenti del chatbot e richiedere il tracciamento dell’ordine via sms.
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